VAL LEVENTINA - diario di bordo della giornata passata in alto Ticino in un sabato di fine agosto

29.08.2021

di Brian Subinaghi

Val Leventina, agosto 2021


In data 28/08/2021 si è svolta la giornata di visite guidate nei distretti di Riviera e Leventina in Canton Ticino organizzata da APPACuVI nella persona del consigliere Ubaldo Castelli, previo sopralluogo svoltosi nell'estate 2020, alla scoperta di luoghi d'arte e storia importanti in queste vallate. La visita era già stata rinviata dall'ottobre 2020 causa delle restrizioni dovute alla pandemia del Covid-19. La giornata di visite guidate ha riscontrato n. 12 partecipanti, compreso il Presidente di APPACuVI Damiano Cattaneo e consorte, il consigliere Ubaldo Castelli.

Il sottoscritto Brian Henry Subinaghi, guida turistica professionista dal 2009 (patentino 09/10 Provincia di Como) si è occupato di illustrare i monumenti durante tutto l'arco della giornata con rimandi alla Valle Intelvi, alla sua storia, ai suoi monumenti e corredando le spiegazioni con incisi storico-artistico-culturali.

La giornata ha avuto inizio a Biasca, nel distretto ticinese di Riviera, dove è stata fatta un'introduzione sulla storia ticinese, sulla storia delle Tre Valli Ambrosiane e sulla storia della sopracitata località. Per prima è stata visitata la chiesa di San Carlo, progettata da Carlo Maciachini, con particolare attenzione alle opere provenienti dalla chiesa romanica dei Ss. Pietro e Paolo: un tabernacolo del Pisoni di Ascona e del Brilli di Cureglia e un quadro seicentesco, già pala d'altare maggiore. Quindi si è proceduto alla visita della vecchia parrocchiale dei Ss. Pietro e Paolo, con analisi esterna delle strutture romaniche, visita interna e descrizione dei vari spazi, con l'analisi della struttura architettonica la descrizione dei vari affreschi: quelli di pittore tardo-barbarico, di pittore popolaresco biaschese del XIII secolo, dei Seregnesi, della bottega di Antonio da Tradate per l'abside, di pittore cinquecentesco sulle navate laterali, di Alessandro Gorla del 1620-22 con le Storie di San Carlo volute dall'arciprete Giovanni Basso, della cappella Pellanda del 1600 e della bussola d'organo settecentesca. Punto focale del collegamento intelvese è stata la serie di tre affreschi sommitali sugli archi trionfali (Ascensione sotto forma di colonna di Fuoco, Annunciazione, Trasfigurazione) realizzati da Giovanni Battista Tarilli e Domenico Caresana da Cureglia (1586-87), attivi anche a Scaria Intelvi (chiesa di Santa Maria e comparrocchiale dei Ss. Nazaro e Celso).

Riprendendo le auto, il gruppo si è spostato verso Giornico, primo centro della Bassa Val Leventina, dove è stata presa in esame la chiesa di San Nicolao, con le sue strutture protoromaniche, dagli esterni fino agli spazi interni, con le varie statue e sculture a rilievo, l'architettura sommitale, gli affreschi della navata e il tramezzo dell'ex monastero benedettino del XI-XII secolo. Particolare attenzione è stata data alla cripta romanica scandita da pilastri con capitelli in rilievo e lacerti di affreschi cinquecenteschi, oltre che al presbiterio rialzato soprastante con l'unica opera datata e firmata da Nicolao da Seregno del 1478: la Majestatis Domini con Tetramorfo sul catino absidale, una teoria di Santi sulla parete del coro, Madonna in trono gotico sulla parete absidale e Natività sulla mensa d'altare. Si è quindi proceduto alla visita del borgo di Giornico, analizzando i ponti a dorso di mulo o schiena d'asino trecenteschi, l'isola sul fiume Ticino, la cappelletta con il Cristo Crocifisso cinquecentesco, la Casa Stanga con gli stemmi ad affresco del Tarilli e Caresana, i locali dell'ex taverna e magazzino per i vini, la visita esterna di una casa dagli stucchi rococò con somiglianza a quelli intelvesi, della Torre di Attone vescovo di Vercelli del XIV secolo che donò le tre Valli al capitolo del Duomo di Milano, dell'oratorio settecentesco della Madonna di Loreto (con collegamento a Lanzo Intelvi nella statua della Madonna Nera), dell'oratorio di San Carlo del XVII secolo con quadri votivi dei donatori.

Dopo un paio d'ore per la pausa pranzo, si è ripreso con la visita della chiesa di Santa Maria di Castello di Giornico, antico oratorio del baluardo di origine duecentesca distrutto dagli Urani nel 1518. Sono state illustrate le rovine del castello, comprendenti torri angolari e zona residenziale, il campanile esterno conformato a contrafforte, le due absidi del XII e XIV-XV secolo. All'interno si è visitato l'ambiente biabsidato, con pitture del 1904 per la parte più antica (e rovinata) e del 1448 nell'abside quattrocentesca, di fattura Seregnese: Crocifissione con due Santi e San Giorgio e il Drago sulla parete di fondo; i Ss. Nabore, Felice, Lucio, Sebastiano con donatore Guglielmo Bichignoli ed Ecce Homo sulle pareti laterali; sulla volta Cristo in Maestà e Tetramorfo sotto forma di animali. Piccola visita della sagrestia con mobile secentesco in legno di noce ed arredi sacri. Si è quindi proceduto, dopo breve tratto in auto e suggestiva camminata nel bosco, alla vista della chiesa di San Pellegrino in località boschiva di Altirolo di Giornico, dopo illustrazione della grotta dove il santo eremita omonimo visse, lungo il corso della via Francigena ed antico corso della strada Giornico-Chironico. La chiesa sorge in una radura naturale, è strutturata a tre quattro campate, di cui due furono anticamente il portico dei pellegrini (oggi tamponate), ed è affiancata da un tozzo campanile quattrocentesco. Si è proceduto alla spiegazione del culto della fontana adiacente con proprietà taumaturgiche, all'analisi della facciata affrescata e quindi alla visita interna. Anche in questo caso, il grande raffronto intelvese è stata la grandiosa decorazione rinascimentale (datata 1589) eseguita del già citato Giovanni Battista Tarilli e del nipote Domenico Caresana da Cureglia, che qui dipinsero un anno dopo la chiesa dei Ss. Nazaro e Celso di Scaria la controfacciata con il Giudizio Universale, considerato il più importante ciclo rinascimentale di tutto il Canton Ticino. Essi eseguirono anche la decorazione delle pareti delle prime due campate con Vizi e Virtù nel registro inferiore e i Dodici Apostoli in quello superiore; nonché due Santi sulla colonna che scandisce i primi due spazi. Dopo l'apertura del cancello di ferro battuto, si è proceduto all'analisi delle cappelle barocche (S. Pellegrino del 1607 a destra e la Madonna col Bambino a sinistra, quest'ultima del 1589, ma impunemente ritoccata da artista locale novecentesco) e al presbiterio con interessanti stucchi del 1716 e superbo paliotto in scagliola marmorizzata con l'effige del Santo (1766) di Giuseppe Maria Pancaldi da Ascona, considerato il miglior scalgiolista ticinese e molto vicino ai modi dei Solari di Verna.

Infine, il gruppo si è spostato a Chironico, in Alta Leventina, per la visita del borgo, con particolare attenzione alla Torre dei Pedrini, di origine trecentesca. Il monumento più importante di Chironico è la chiesa di Sant'Ambrogio, unico esempio di chiesa biabsidata così concepita del Canton Ticino (XIII secolo) ma compromessa da un incauto quanto rocambolesco rimaneggiamento del 1897. L'interno è invece ancora abbastanza intatto ed è molto interessante. Vi lavorarono fra il 1338 e il 1346 i maestri Pierpaolo Castelli detto "Socos" di Menaggio (Cristo in Maestà con Tetramorfo sull'abside di destra, Giudizio Universale e Madonna della Misericordia sull'abside di destra, Storie della Maddalena e Storie dei Ss. Gioachino e Anna sulle pareti laterali) e il suo collaboratore, il cosiddetto "secondo maestro di Chironico" (Incoronazione della Vergine e Santi sull'abside sinistra, Crocifissione e Decollazione del Battista sull'abside destra, Ciclo dei Mesi, Età dell'Uomo, Ultima Cena, sulle pareti laterali. Il "Secondo Maestro di Chironico" realizzò anche l'Ultima Cena nell'oratorio di San Michele a Cima di Porlezza. Oltre a questo collegamento con il Ceresio, vi sarebbe anche il Giudizio Universale della chiesa di Santa Maria del Tiglio a Gravedona, attribuita al succitato Castelli di Menaggio.

Il gruppo è quindi tornato a Bodio, località industriale posta fra Giornico e Biasca, per la visita esterna della Biaschina, l'avveniristica centrale elettrica disegnata dallo storico Ugo Monneret de Villard (artefice degli scavi sull'Isola Comacina nel 1914) e messa in essere da suo cognato, l'ingegner Agostino Nizzola (inaugurazione nel 1911), impiegato presso la Motor SA di Baden (già Brown-Boveri). Fu una delle prime centrali elettriche ad essere costruite nel Canton Ticino. La centrale è uno straordinario esempio di stile "Secessione" viennese, con decorazioni influenzate dalla scuola di Otto Wagner, il cui primo volume architettonico è scandito da strette finestre a tre luci intercalate da paraste in pietra a vista e contraddistinto da un corpo d'ingresso rialzato con le tipiche decorazioni stilizzate e geometriche dello Jugendstil di stampo austriaco. Oggi funge da officina e centro di praticantato per aspiranti lavoratori del settore.

Così si è conclusa la bella giornata di visita in Alto Ticino.